Il Mal dell’Esca
Il complesso del Mal dell’Esca all’interno del vigneto. Presentazione della malattia
Il mal dell’esca della vite viene catalogata come una complessa sindrome causata da diverse forme di funghi in grado di compromettere la produzione di un vigneto in maniera sostanziale fino alla morte delle piante stesse. Sembra che il nome Esca, derivi dall’abitudine dei vecchi vignaioli, di utilizzare per il legno delle piante morte per accendere il fuoco nelle case: da qui il nome Esca. Questa malattia endemica è nota da moltissimo tempo, circoscritta soprattutto in vigneti vecchi, ma negli ultimi anni si sta assistendo ad una diffusione anche in vigneti più giovani.
Eziologia
Tra i funghi che compongono il complesso troviamo:
- Phaeomoniella chlamydospora, Phaeoacremonium aleophilum, i quali concorrono in una trachemicosi, a danno dei tessuti xilematici.
- Fomitiporia mediterranea, basidiomicete coinvolto nella carie bianca.
Sintomi della malattia
Il complesso dell’esca è caratterizzato da 4 sindromi:
- Venature brune delle barbatelle: causata da Phaeomoniella chlamydospora e Phaeoacremonium aleophilum
- Malattia di Petri (o Black Goo): colpisce solitamente piante molto giovani, nelle quali il midollo centrale annerisce, si riscontra una clorosi fogliare e la fuoriuscita di liquido gommoso nerastro dalle ferite.
- Esca giovane: sindrome che colpisce piante di 3-4 anni. Si manifestano le classiche tigrature sulle foglie, le quali presentano strisce necrotiche che però non interessano l’area della nervatura, che rimane verde. Sono presenti necrosi nel tronco principale e talvolta nelle branche. L’esca giovane è solitamente causata da Phaeomoniella chlamydospora,Phaeoacremonium aleophilum.
- Carie bianca: sindrome causata dal basidiomicete Fomitipora mediterranea, il quale provoca una carie del legno con degradazione della lignina. Solitamente da una ferita, la carie si estende in senso acropeto, basipetro e centripeto.
La presenza contemporanea di esca giovane e carie bianca viene denominata ESCA PROPRIA o complesso del Mal dell’Esca
Esca propria
I sintomi della malattia si distinguono in due tipologie di decorso:
- cronico, cioè un deperimento lento e progressivo che può durare molti anni.
- acuto, cioè la morte improvvisa della pianta (apoplessia).
Nella sua forma cronica è caratterizzato dalla presenza sulle foglie delle cosiddette “tigrature”, che a seconda del vitigno possono essere gialle o rosse, facilmente visibili nelle aree contigue alle nervature fogliari. L’area fogliare può evolvere fino ad un alone necrotico. I tralci vengono alterati dalla formazione di gommosi nei tessuti xilematici, fino ad arrivare alla carie del tessuto legnoso nei fusti.
Danni quantitativi
- avvizzimento dei grappoli e la perdita di produzione
- le viti asintomatiche invece non presentano cali quantitativi
Danni qualitativi
- decremento zuccherino, da attribuire alla mancata attività fotosintetica delle piante colpite dalla malattia
- aumento dei polifenoli totali: si crede sia causato da una reazione di difesa della pianta
Probabili cause di diffusione
Le ragioni di questa diffusione sono diverse: dalla mancata prevenzione di natura profilattica, alla diffusione di materiale vivaistico di dubbia certificazione fitosanitaria, fino alla diffusione della meccanizzazione: non si escludono forme di resistenza che riguardano le specie di funghi correlate al Mal dell’Esca.
La richiesta del mercato viticolo, ha causato un maggiore sfruttamento dei vigneti, portando ad un invecchiamento precoce delle piante, ad un aumento di stress con possibili conseguenze, tra cui la maggiore suscettibilità nei confronti dei patogeni.